ENERGIA E TERRITORIO

ITALIA NOSTRA PROMUOVE UNA SERIA POLITICA ENERGETICA BASATA SUL RISPARMIO. CONTRARIA AL NUCLEARE, ITALIA NOSTRA RITIENE CHE LE RINNOVABILI SIANO UTILI MA NON DEBBANO DEVASTARE IL PAESAGGIO. Per saperne di più clicca qui.

mercoledì 20 febbraio 2013

BIOMASSE: DOPO ARRONE E MONTECCHIO, LA SPECULAZIONE PUNTA ANCORA SU AVIGLIANO UMBRO. PRESIDENTE DI PROVINCIA E PREFETTO CONVOCHINO I SINDACI


Bene la marcia indietro del Comune di Arrone rispetto alla centrale a olio di colza: un impianto che avrebbe certo fatto parlare della Valnerina in modo diverso rispetto all'oggi.
Quel che preoccupa è però la crescente recezione acritica delle amministrazioni comunali rispetto a progetti del tutto incoerenti con politiche territoriali e ambientali sostenibili, fortemente necessarie in aree dagli equilibri particolarmente fragili come le nostre.
La vicenda di Arrone è infatti solo l'ultima di una serie di proposte altamente speculative che, facendo leva sui massicci incentivi statali alle biomasse, sono spuntate come tossici funghi nelle campagne umbre, finora generalmente integre.
Invece, da qualche tempi, c'è chi tenta di comporre sgradevoli trame sopra i destini delle nostre comunità. E' un filo sottile a unire Arrone, Avigliano Umbro, Montecchio - solo per restare nella campagna meridionale umbra -, tacendo in questa sede della grave e ancor oggi irrisolta vicenda dell'inceneritore "a biomasse" di Terni; è un filo teso che trova nella debolezza delle Amministrazioni locali -troppo spesso lasciate sole- quegli interstizi, quelle improbabili sponde, che consentono quel che, fino a qualche anno fa, sarebbe stato impossibile da queste parti.
Mance un'informazione capillare alla cittadinanza. Mancano studi seri da parte degli organi statuali che dovrebbero invece agire conformemente al principio di precauzione. Manca la divulgazione dei rischi, dei pericoli, dell'impatto di tali impianti sulla salute umana.
Poi, nel momento in cui la comunità viene a conoscenza di questi progetti, talvolta dissimulati, sale la rabbia e iniziano le marce indietro: oggi è accaduto ad Arrone, ma la scorsa estate è successo lo stesso a Montecchio i cui residenti si fecero ascoltare fino in Parlamento, riuscendo a far sì che le imprese interessate rinunciassero alla licenza (di inquinare?).
Sempre più rari sono i membri che nelle istituzioni locali reagiscono, mentre fortissima diventa la mobilitazione di tanti cittadini variamente associati, con petizioni, referendum e ricorsi in sede giuridico-amministrativa. Non mancano poi azioni di contrasto anche da parte dei Comuni contigui a quelli direttamente interessati, come è regolarmente accaduto nei tra casi citati. E' possibile andare avanti così?
WWF e Italia Nostra chiedono al presidente della Provincia e al Prefetto di Terni un adeguato coordinamento con tutti i sindaci al fine di attivare un monitoraggio e un orientamento che consentano di prevenire nuovi attacchi al territorio e ai suoi abitanti, con particolare riferimento al caso tuttora aperto di Avigliano Umbro. E chiedono alla Regione di modificare la normativa dell'Umbria, follemente liberalizzatrice nei confronti di impianti non certo "puliti" come si vorrebbe far credere.

WWF Terni, Giuseppe Rinaldi
Italia Nostra Terni, Andrea Liberati

Terni, 20 febbraio 2013.

martedì 5 febbraio 2013

ITALIA NOSTRA CONTRO L'INUTILE "TANGENZIALE" DI ACQUASPARTA: RISCHIO DISASTRO AMBIENTALE


Italia Nostra intende denunciare con forza il rischio di un disastro ambientale e paesaggistico nelle immediate vicinanze di Acquasparta.
L'amministrazione locale, con il consenso di quella regionale, ha infatti deciso di portare avanti il progetto di un'immancabile nuova strada che, a partire dalla realizzazione di una sovradimensionata rotonda sulla Tiberina, sfiorerebbe la chiesa romanica di San Giovanni de Brutis per poi distruggere brani significativi del fosso di Martorelli, nonché parte della tratta medievale detta della Casella, già segnata nei registri catastali delle mappe gregoriane (1820).
L'arteria resterebbe peraltro una cattedrale nel deserto, servendo solo un gruppuscolo minimale di case, conseguendo però un danno ingente sotto il profilo naturalistico e paesistico in un'area incontaminata. Strada inutile anche sotto il profilo del traffico, visto che non libererebbe affatto Acquasparta dalla schiavitù di mezzi pesanti da e per Montecastrilli.

Nonostante le risorse siano modestissime, il Comune di Acquasparta, anziché sistemare al meglio la rete stradale comunale esistente, i marciapiedi, prevedere una pista ciclabile almeno sulla Tuderte, decide dunque di farsi la sua piccola quanto inservibile "tangenziale sud", costruendo un'inutile lingua d'asfalto, totalmente antieconomica anche considerando il momento particolarmente delicato che sta vivendo il Paese.

La "tangenziale", assai ardita dal punto di vista ingegneristico, scavalcherebbe corsi d'acqua, ma anche pendenze ragguardevoli, dovendosi forzatamente allungare per quasi km 1,700, cancellando persino un bosco costituito di essenze d'alto fusto, con querce secolari, evenienza contro cui il proprietario ha già esperito ricorso al TAR.

Una ferita dalle conseguenze rovinose, considerando che quella valle è percorsa da un corso d'acqua il cui regime è irregolare tanto da aver già prodotto inondazioni che la Protezione Civile da sempre senza  mezzi, non può compiutamente definire. Come che sia, le Amministrazioni locali, davvero poco lungimiranti, costruiranno comunque una strada sul fosso, cioè un tappo di cemento. 
Una vera e propria sfida alla natura di cui nessuno sente il bisono

Terni, 5 febbraio 2013

Italia Nostra - Terni

venerdì 1 febbraio 2013

ITALIA NOSTRA E' DI PARTE CONTRO L'IGNAVIA


Un bel tacere non fu mai scritto da Fabrini, assessore da anni agli 'eventi' valentiniani e non ai semi salati, certo più digeribili e facili da gestire.
Eppure nessuno lo ha mai visto in visita presso l'ex convento di San Valentino.
Tutto quel che è stato avviato da fine 2011 - di cui lui sembra finalmente interessarsi a seguito delle nostre critiche - si deve ad organi dello Stato, alla direzione culturale della Diocesi, agli accademici, ai volontari, a dirigenti del Comune. Non a lui, né purtroppo al sindaco il quale ha gravemente contraddetto con i fatti le rassicurazioni espresse in aprile sulla futura destinazione dell'ex convento.
Né è vero che il comune ha "dato spazio" lo scorso anno all'archeologia, perché quel presunto spazio se l'è guadagnato la scoperta in sé, tanto che Fabrini non c'era, ma una troupe da Roma della CBS sì. E il tutto è avvenuto senza contributi economici di alcun genere da parte dell'Amministrazione, peraltro mai richiesti! (quindi i tagli del Governo non c'entrano alcunché con questa storia).
Quanto allo "scarso interesse di pubblico", l'affermazione è apodittica tanto quanto la famigerata "non c'è niente". Anzitutto non esistono locali aperti al pubblico; gli accessi agli ipogei sono stati subito sigillati, tanto che la forte umidità risalente in superficie non è stata canalizzata, col rischio di futuri crolli in stile Pompei. E lo stesso Comune di Terni non ha certo operato alcuna operazione di marketing per far conoscere i suoi antichi gioielli. Del resto, "non c'è niente", no? Non c'è niente, è veto, ma nella volontà delle persone.
Fabrini, sia cortese: scenda li sotto, vada a conoscere il geofisico con esperienze mondiali venuto a lavorare qui anche per lei, si faccia prestare un telefono per chiamare la Soprintendenza archeologica. L'unico assessore presente è stato Ricci.
Assessore, per favore: si informi. Studi. Si appassioni all'argomento, come forse con queste reazioni sta freudianamente manifestando. Nell'anno e mezzo che le resta da governare, può e deve lasciare un segno indelebile del suo servizio in favore della nostra comunità.
Italia Nostra è infatti di parte: di parte contro l'indifferenza, l'ignavia, l'abulia, la vacua prosopopea, contro chi dice "non c'è niente" senza essersi mai applicato.
Magari un giorno avrà il piacere di ricostruire insieme a noi la ricca trama storica e culturale della città, con la riemersione del colonnato dell'antica chiesa che tuttora giace sotto l'odierna basilica - come testimoniato dal Soprintendente ai B.A. umbri, dottor Mario Pagano - e con il recupero dell'immensa necropoli romana e protocristiana lì attorno.
L'aspettiamo. Non lo faccia per noi. Lo faccia per San Valentino. Per amore. Anche perché i semi salati, dopo qualche tempo, diventano rancidi mentre l'archeologia, col tempo, fiorisce, producendo molto frutto per l'intera comunità.

Andrea Liberati
Italia Nostra Terni

Terni, 31 gennaio 2013

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