ENERGIA E TERRITORIO

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lunedì 24 novembre 2008

TERNI "A MISURA DI PASSEGGIATA"? TRA LE MACCHINE FORSE.


CI DOMANDIAMO DOVE VIVA RAFFAELLI E DOVE ABBIA VISSUTO IN QUESTI DIECI ANNI, SICURAMENTE NON A TERNI.

Il Sindaco di Terni, Paolo Raffaelli, ha commentato la classifica pubblicata dal Sole 24 Ore che ha preso ad esame quattro indicatori della ricerca "Ecosistema Urbano 2009" di Legambiente e Ambiente Italia, nella quale Terni balza al 25° posto per i capoluighi "a misura di passeggiata" dichiarando che "sembrano dati assolutamente eloquenti che dicono di uno sforzo straordinario compiuto in questo decennio per la qualità urbana, la qualità della vita, il riequilibrio tra centro e periferia della città e lo sviluppo delle funzioni pregiate del centro urbano, dei quartieri e degli antichi borghi" (dal sito del Comune di Terni: http://www.comune.terni.it/comunicato_stampa.php?id=33713&pagina=1).
Ci domandiamo dove Raffaelli riesca a trovare il coraggio per fare certe affermazioni, dove viva e dove abbia vissuto in questi "due lustri". Probabilmente continua a viver nella sua 'città immaginata' che, però, non è mai stata realizzata.
Ci domandiamo come faccia la nostra città ad essere il terzo capoluogo italiano per "estensione della superficie stradale pedonalizzata". Sono troppe le segnalazioni che ci arrivano dai ternani, il Sindaco ha mai tentato di passeggiare in città? Lo ha mai fatto trasportando un passeggino? Ha mai tentato di passeggiare in centro - che dovrebbe essere a traffico limitato - senza rischiare di essere investito dalle auto?
Solo in conclusione ci permettiamo di suggerire al Sindaco di non vantarsi del fatto che "in questi ultimi due lustri Terni sia diventata un maxicentro commerciale a cielo aperto". Se analizzassimo veramente l'evoluzione del tessuto economico della nostra città ci renderemmo conto che negli ultimi dieci anni la situazione è sicuramente peggiorata anche da questo punto di vista. Mi ricordo quando molti cittadini umbri - come i folignati e gli spoletini - venivano a Terni per le spese, oggi non mi sembra che accada lo stesso.

venerdì 14 novembre 2008

PALAZZINA EX FORESTERIA:

FONTANA LAPIDATA, PARCO SIGILLATO, ESSENZE ABBANDONATE
DA SEDE DEL POLO UNIVERSITARIO A RITROVO PER BADANTI

Non sono passati molti anni da quando l’amministrazione comunale acquistò la Palazzina in Corso Tacito, sede per un secolo della Foresteria della Società Terni. Ospitò dirigenti, ministri, personaggi illustri. Era una zona riservatissima, chiusa alla città e ai cittadini ‘normali’, sede del vero potere economico a Terni per un secolo.
Fu un’operazione che tutti apprezzarono. Avrebbe dovuto ospitare il cuore pulsante dell’Università a Terni, una segreteria studenti e vari servizi per gli universitari. Fu ripulita, venne realizzata una fontana con al centro la famosa statua in bronzo di Aurelio De Felice “Adolescente con ocarina”, piantate essenze pregiate, illuminata con paline in stile rispettoso dell’architettura dell’edificio.Sono trascorsi circa dieci anni: ospita ancora parte della burocrazia comunale, la statua è ‘emigrata’ altrove, la fontana è stata riempita di sassi, il verde è sciatto, i cancelli sono chiusi la sera perché l’illuminazione non ha avuto manutenzione. Vorremmo sapere perché l’Amministrazione Comunale ha deciso, di fatto, di trascurare un luogo di così grande importanza.

venerdì 7 novembre 2008

COPPI DI SAN FRANCESCO: QUALCHE NECESSARIA PRECISAZIONE

I recentissimi provvedimenti adottati dall'autorità giudiziaria confermano, evidentemente, la fondatezza dei nostri innumerevoli rilievi.
Sul tema degli interventi sulle opere monumentali si annidano, da troppo tempo, una serie di abusi che hanno avuto come risultato il deturpamento di tante opere che costituiscono parte integrante del nostro patrimonio culturale.
Occorre necessariamente ritornare, a nostro malgrado, sulla vicenda dei coppi della chiesa di San Francesco: le dichiarazioni, agl organi di stampa, del direttore dei lavori non sono aderenti alla realtà dei fatti. Il provvedimento di sospensione della Soprintendenza ai Beni Architettonici è fondato sulla totale assenza d'ogni autorizzazione. Solo in data 28 ottobre, dopo le tante segnalazioni, il Soprintendente ha disposto uno specifico sopralluogo, a cui è seguita l'adozione dell'autorizzazione, prima mancante, con rigide prescrizioni riguardanti i materiali da utilizzare per il rifacimento del tetto.
Del tutto inconsistente l'allarmismo inerente, il pericolo di infiltrazioni che danneggerebbero gli affreschi interni, in quanto il tetto della chiesa è dotato di una specifica bitumazione impermeabile che impedisce ogni tipo di infiltrazione.

martedì 4 novembre 2008

SAN FRANCESCO: TEGOLE & BUFALE, UN GIALLO DIETRO IL "PARTITO MODERNISTA". CHI VUOLE A TUTTI I COSTI UN TETTO DI MACCHERONI APPENA TRAFILATI?

La vicenda delle ridicole tegole di fornace messe come un cappello stonato sulla antichissima Chiesa di S, Francesco si tinge adesso di giallo. Esperti d’arte, professionisti del settore, associazioni culturali e moltissimi cittadini, dimostrando uno spiccato amore per la propria città, hanno avuto il coraggio di alzare la voce per denunciare una vera a propria violenza che si stava perpetrando a danno del comune senso estetico e della coscienza collettiva. Sembrava che un redivivo Marinetti, avesse coperto a bella posta il tetto della chiesa come una sorta di provocatorio manifesto futurista: tanti maccheroni, appena trafilati, dalla forma palesemente perfetta e dal colore altrettanto sgargiante. Il Soprintendente Regionale ai Beni Monumentali, Capo dell’Ufficio, Arch. Anna di Bene, informata del fatto, ha effettuato un sopralluogo e non ha potuto far altro che condividere le ragioni della protesta, bloccando quel tipo di lavoro, iniziato senza specifica autorizzazione, ma consentendo l’immediata ripresa con materiale più rispettoso del contesto storico ed artistico. Perché, allora, continuano le polemiche? Perché si tenta di difendere l’indifendibile?
- Si è detto che coppi e tegole vecchi non fossero del 1200 e quindi coevi alla Chiesa. Osservazione ovvia quanto banale, ancor più sciocca però la soluzione imposta: fra le due è migliore quella che preferisce utilizzare, per quanto possibile, il materiale esistente (in gran parte fatto a mano) ben armonizzato con il contesto oppure una partita sgargiante di fornace?
- Si è aggiunto che le prime valessero quindi poco in quanto in pratica inutilizzabili. Quante bugie! Come mai allora invece di essere gettate fra il materiale di risulta da portare in discarica sono state gelosamente confezionate e numerate in contenitori pronti a cederle al miglior offerente? Tutti sanno che ormai materiale del genere non si trova facilmente e che ogni pezzo costa almeno il doppio di quelle esposte nei cataloghi delle industrie produttrici.
- E’ stato osservato che le tegole epurate si sarebbero spostate ad ogni stormir di ali dei diabolici piccioni. Solo qualche incompetente che non le ha mai sollevate in mano può affermare che un manufatto che pesa il doppio di quello fresco di fornace può essere spostato con facilità da volatili che pesano un quarto. Inoltre basta osservare in città su quanti tetti fatti da pochi anni con il materiale moderno sia già da effettuare una manutenzione. Un direttore di cantiere che ha esperienza sa che va comunque utilizzata un minimo di malta di collegamento nei punti nevralgici in modo da bloccare qualsiasi futuro movimento.
- Qualcuno ha poi suggerito che entro pochi anni anche coppi e tegole trafilati si sarebbero coperte di muschi assumendo il colore caratteristico dei secoli. Basta verificare di persona se le case popolari costruite 50 anni fa hanno tetti somiglianti a quelli antichi o, come sostengono le persone in buona fede, occorro invece ben oltre mezzo secolo, avendo i manufatti odierni caratteristiche tali di levigatezza, assenza di porosità, uniformità di impasto e di colore, caratteristiche vantate dalle industrie che li garantiscono inattaccabili dagli agenti esterni. Soltanto le marsigliesi di Papigno sono grigie, ma sappiamo bene che lì il fenomeno è dovuto ad un inquinamento industriale fuori da ogni immaginazione. E’ normale allora sostenere che ternani e turisti fino al 2100, per altre quattro generazioni, ammirando la Chiesa, debbano osservare simile prodigio? A meno che l’inquinamento in città non arrivi a livelli tali da depositare smog colorante come negli alveoli dei polmoni!
- Il cantiere bloccato dalla Soprintendenza consente all’acqua di infiltrarsi danneggiando gli affreschi. Solo chi è incompetente o in mala fede può sostenere che un tetto appena impermeabilizzato con guaina bituminosa rafforzata con rete di poliestere possa essere penetrata dall’acqua. Sarebbe gravissimo e vorrebbe dire che il lavoro di posa in opera a caldo con bombole in modo da farla aderire al sottostante massetto non è stato fatto a regola d’arte. Non vogliamo neanche lontanamente pensarlo.
Allora chi ha interesse a spargere notizie fuorvianti? Chi fabbrica o vende tegole? Chi è interessato a prendersi le vecchie? Comunque chi non ha occhi per vedere e crede di poter manipolare la pubblica opinione a proprio piacimento? Non converrebbe a tutti, smetterla con le sciocchezze, rimontare il tetto come si deve, alla svelta, e celebrare insieme il Natale con i lavori finalmente conclusi?
Forse Terni non ha altri problemi di cui occuparsi?

lunedì 3 novembre 2008

CHIESA DI SAN FRANCESCO: IL PROVVEDIMENTO DELLA SOPRINTENDENZA RENDE GIUSTIZIA A TUTTI COLORO CHE DESIDERANO UNA CITTA' MAGGIORMENTE SENSIBILE...


IL PROVVEDIMENTO DELLA SOPRINTENDENZA RENDE GIUSTIZIA A TUTTI COLORO CHE
DESIDERANO UNA CITTA’ MAGGIORMENTE SENSIBILE AL RISPETTO DEL PROPRIO PARTIMONIO MONUMENTALE


La denuncia di Italia Nostra, oltre a quelle provenienti da centinaia di cittadini hanno ottenuto un risultato tangibile: i lavori di rifacimento del tetto della chiesa di San Francesco sono stati sospesi, in quanto svolti senza una specifica autorizzazione della Soprintendenza ai beni culturali e paesaggistici dell’Umbria.
La Soprintendente, a seguito di un sopralluogo, ha sancito in maniera chiara l’abuso architettonico che si stava perpetrando su una delle principali chiese della città di Terni.
Sostituire i vecchi coppi segnati dal tempo con delle tegole appena uscite dalla fornace rappresenta un colpo violento all’armonia architettonica che devono sopraintendere ad ogni azione che interessa i beni monumentali .
La decisione dell’Architetto Di Bene rappresenta una vittoria della sensibilità civica rispetto all’arroganza di azioni che non hanno nulla a che fare con la tutela del patrimonio architettonico della nostra città.
Sorprende l’assordante silenzio del sindaco, dell’assessore alla cultura Berrettini e dell’assessore all’arredo urbano Pileri, che non hanno ritenuto di dire una parola in ordine allo scempio che si stava perpetrando a danno della città.

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