ENERGIA E TERRITORIO

ITALIA NOSTRA PROMUOVE UNA SERIA POLITICA ENERGETICA BASATA SUL RISPARMIO. CONTRARIA AL NUCLEARE, ITALIA NOSTRA RITIENE CHE LE RINNOVABILI SIANO UTILI MA NON DEBBANO DEVASTARE IL PAESAGGIO. Per saperne di più clicca qui.

lunedì 24 novembre 2008

TERNI "A MISURA DI PASSEGGIATA"? TRA LE MACCHINE FORSE.


CI DOMANDIAMO DOVE VIVA RAFFAELLI E DOVE ABBIA VISSUTO IN QUESTI DIECI ANNI, SICURAMENTE NON A TERNI.

Il Sindaco di Terni, Paolo Raffaelli, ha commentato la classifica pubblicata dal Sole 24 Ore che ha preso ad esame quattro indicatori della ricerca "Ecosistema Urbano 2009" di Legambiente e Ambiente Italia, nella quale Terni balza al 25° posto per i capoluighi "a misura di passeggiata" dichiarando che "sembrano dati assolutamente eloquenti che dicono di uno sforzo straordinario compiuto in questo decennio per la qualità urbana, la qualità della vita, il riequilibrio tra centro e periferia della città e lo sviluppo delle funzioni pregiate del centro urbano, dei quartieri e degli antichi borghi" (dal sito del Comune di Terni: http://www.comune.terni.it/comunicato_stampa.php?id=33713&pagina=1).
Ci domandiamo dove Raffaelli riesca a trovare il coraggio per fare certe affermazioni, dove viva e dove abbia vissuto in questi "due lustri". Probabilmente continua a viver nella sua 'città immaginata' che, però, non è mai stata realizzata.
Ci domandiamo come faccia la nostra città ad essere il terzo capoluogo italiano per "estensione della superficie stradale pedonalizzata". Sono troppe le segnalazioni che ci arrivano dai ternani, il Sindaco ha mai tentato di passeggiare in città? Lo ha mai fatto trasportando un passeggino? Ha mai tentato di passeggiare in centro - che dovrebbe essere a traffico limitato - senza rischiare di essere investito dalle auto?
Solo in conclusione ci permettiamo di suggerire al Sindaco di non vantarsi del fatto che "in questi ultimi due lustri Terni sia diventata un maxicentro commerciale a cielo aperto". Se analizzassimo veramente l'evoluzione del tessuto economico della nostra città ci renderemmo conto che negli ultimi dieci anni la situazione è sicuramente peggiorata anche da questo punto di vista. Mi ricordo quando molti cittadini umbri - come i folignati e gli spoletini - venivano a Terni per le spese, oggi non mi sembra che accada lo stesso.

venerdì 14 novembre 2008

PALAZZINA EX FORESTERIA:

FONTANA LAPIDATA, PARCO SIGILLATO, ESSENZE ABBANDONATE
DA SEDE DEL POLO UNIVERSITARIO A RITROVO PER BADANTI

Non sono passati molti anni da quando l’amministrazione comunale acquistò la Palazzina in Corso Tacito, sede per un secolo della Foresteria della Società Terni. Ospitò dirigenti, ministri, personaggi illustri. Era una zona riservatissima, chiusa alla città e ai cittadini ‘normali’, sede del vero potere economico a Terni per un secolo.
Fu un’operazione che tutti apprezzarono. Avrebbe dovuto ospitare il cuore pulsante dell’Università a Terni, una segreteria studenti e vari servizi per gli universitari. Fu ripulita, venne realizzata una fontana con al centro la famosa statua in bronzo di Aurelio De Felice “Adolescente con ocarina”, piantate essenze pregiate, illuminata con paline in stile rispettoso dell’architettura dell’edificio.Sono trascorsi circa dieci anni: ospita ancora parte della burocrazia comunale, la statua è ‘emigrata’ altrove, la fontana è stata riempita di sassi, il verde è sciatto, i cancelli sono chiusi la sera perché l’illuminazione non ha avuto manutenzione. Vorremmo sapere perché l’Amministrazione Comunale ha deciso, di fatto, di trascurare un luogo di così grande importanza.

venerdì 7 novembre 2008

COPPI DI SAN FRANCESCO: QUALCHE NECESSARIA PRECISAZIONE

I recentissimi provvedimenti adottati dall'autorità giudiziaria confermano, evidentemente, la fondatezza dei nostri innumerevoli rilievi.
Sul tema degli interventi sulle opere monumentali si annidano, da troppo tempo, una serie di abusi che hanno avuto come risultato il deturpamento di tante opere che costituiscono parte integrante del nostro patrimonio culturale.
Occorre necessariamente ritornare, a nostro malgrado, sulla vicenda dei coppi della chiesa di San Francesco: le dichiarazioni, agl organi di stampa, del direttore dei lavori non sono aderenti alla realtà dei fatti. Il provvedimento di sospensione della Soprintendenza ai Beni Architettonici è fondato sulla totale assenza d'ogni autorizzazione. Solo in data 28 ottobre, dopo le tante segnalazioni, il Soprintendente ha disposto uno specifico sopralluogo, a cui è seguita l'adozione dell'autorizzazione, prima mancante, con rigide prescrizioni riguardanti i materiali da utilizzare per il rifacimento del tetto.
Del tutto inconsistente l'allarmismo inerente, il pericolo di infiltrazioni che danneggerebbero gli affreschi interni, in quanto il tetto della chiesa è dotato di una specifica bitumazione impermeabile che impedisce ogni tipo di infiltrazione.

martedì 4 novembre 2008

SAN FRANCESCO: TEGOLE & BUFALE, UN GIALLO DIETRO IL "PARTITO MODERNISTA". CHI VUOLE A TUTTI I COSTI UN TETTO DI MACCHERONI APPENA TRAFILATI?

La vicenda delle ridicole tegole di fornace messe come un cappello stonato sulla antichissima Chiesa di S, Francesco si tinge adesso di giallo. Esperti d’arte, professionisti del settore, associazioni culturali e moltissimi cittadini, dimostrando uno spiccato amore per la propria città, hanno avuto il coraggio di alzare la voce per denunciare una vera a propria violenza che si stava perpetrando a danno del comune senso estetico e della coscienza collettiva. Sembrava che un redivivo Marinetti, avesse coperto a bella posta il tetto della chiesa come una sorta di provocatorio manifesto futurista: tanti maccheroni, appena trafilati, dalla forma palesemente perfetta e dal colore altrettanto sgargiante. Il Soprintendente Regionale ai Beni Monumentali, Capo dell’Ufficio, Arch. Anna di Bene, informata del fatto, ha effettuato un sopralluogo e non ha potuto far altro che condividere le ragioni della protesta, bloccando quel tipo di lavoro, iniziato senza specifica autorizzazione, ma consentendo l’immediata ripresa con materiale più rispettoso del contesto storico ed artistico. Perché, allora, continuano le polemiche? Perché si tenta di difendere l’indifendibile?
- Si è detto che coppi e tegole vecchi non fossero del 1200 e quindi coevi alla Chiesa. Osservazione ovvia quanto banale, ancor più sciocca però la soluzione imposta: fra le due è migliore quella che preferisce utilizzare, per quanto possibile, il materiale esistente (in gran parte fatto a mano) ben armonizzato con il contesto oppure una partita sgargiante di fornace?
- Si è aggiunto che le prime valessero quindi poco in quanto in pratica inutilizzabili. Quante bugie! Come mai allora invece di essere gettate fra il materiale di risulta da portare in discarica sono state gelosamente confezionate e numerate in contenitori pronti a cederle al miglior offerente? Tutti sanno che ormai materiale del genere non si trova facilmente e che ogni pezzo costa almeno il doppio di quelle esposte nei cataloghi delle industrie produttrici.
- E’ stato osservato che le tegole epurate si sarebbero spostate ad ogni stormir di ali dei diabolici piccioni. Solo qualche incompetente che non le ha mai sollevate in mano può affermare che un manufatto che pesa il doppio di quello fresco di fornace può essere spostato con facilità da volatili che pesano un quarto. Inoltre basta osservare in città su quanti tetti fatti da pochi anni con il materiale moderno sia già da effettuare una manutenzione. Un direttore di cantiere che ha esperienza sa che va comunque utilizzata un minimo di malta di collegamento nei punti nevralgici in modo da bloccare qualsiasi futuro movimento.
- Qualcuno ha poi suggerito che entro pochi anni anche coppi e tegole trafilati si sarebbero coperte di muschi assumendo il colore caratteristico dei secoli. Basta verificare di persona se le case popolari costruite 50 anni fa hanno tetti somiglianti a quelli antichi o, come sostengono le persone in buona fede, occorro invece ben oltre mezzo secolo, avendo i manufatti odierni caratteristiche tali di levigatezza, assenza di porosità, uniformità di impasto e di colore, caratteristiche vantate dalle industrie che li garantiscono inattaccabili dagli agenti esterni. Soltanto le marsigliesi di Papigno sono grigie, ma sappiamo bene che lì il fenomeno è dovuto ad un inquinamento industriale fuori da ogni immaginazione. E’ normale allora sostenere che ternani e turisti fino al 2100, per altre quattro generazioni, ammirando la Chiesa, debbano osservare simile prodigio? A meno che l’inquinamento in città non arrivi a livelli tali da depositare smog colorante come negli alveoli dei polmoni!
- Il cantiere bloccato dalla Soprintendenza consente all’acqua di infiltrarsi danneggiando gli affreschi. Solo chi è incompetente o in mala fede può sostenere che un tetto appena impermeabilizzato con guaina bituminosa rafforzata con rete di poliestere possa essere penetrata dall’acqua. Sarebbe gravissimo e vorrebbe dire che il lavoro di posa in opera a caldo con bombole in modo da farla aderire al sottostante massetto non è stato fatto a regola d’arte. Non vogliamo neanche lontanamente pensarlo.
Allora chi ha interesse a spargere notizie fuorvianti? Chi fabbrica o vende tegole? Chi è interessato a prendersi le vecchie? Comunque chi non ha occhi per vedere e crede di poter manipolare la pubblica opinione a proprio piacimento? Non converrebbe a tutti, smetterla con le sciocchezze, rimontare il tetto come si deve, alla svelta, e celebrare insieme il Natale con i lavori finalmente conclusi?
Forse Terni non ha altri problemi di cui occuparsi?

lunedì 3 novembre 2008

CHIESA DI SAN FRANCESCO: IL PROVVEDIMENTO DELLA SOPRINTENDENZA RENDE GIUSTIZIA A TUTTI COLORO CHE DESIDERANO UNA CITTA' MAGGIORMENTE SENSIBILE...


IL PROVVEDIMENTO DELLA SOPRINTENDENZA RENDE GIUSTIZIA A TUTTI COLORO CHE
DESIDERANO UNA CITTA’ MAGGIORMENTE SENSIBILE AL RISPETTO DEL PROPRIO PARTIMONIO MONUMENTALE


La denuncia di Italia Nostra, oltre a quelle provenienti da centinaia di cittadini hanno ottenuto un risultato tangibile: i lavori di rifacimento del tetto della chiesa di San Francesco sono stati sospesi, in quanto svolti senza una specifica autorizzazione della Soprintendenza ai beni culturali e paesaggistici dell’Umbria.
La Soprintendente, a seguito di un sopralluogo, ha sancito in maniera chiara l’abuso architettonico che si stava perpetrando su una delle principali chiese della città di Terni.
Sostituire i vecchi coppi segnati dal tempo con delle tegole appena uscite dalla fornace rappresenta un colpo violento all’armonia architettonica che devono sopraintendere ad ogni azione che interessa i beni monumentali .
La decisione dell’Architetto Di Bene rappresenta una vittoria della sensibilità civica rispetto all’arroganza di azioni che non hanno nulla a che fare con la tutela del patrimonio architettonico della nostra città.
Sorprende l’assordante silenzio del sindaco, dell’assessore alla cultura Berrettini e dell’assessore all’arredo urbano Pileri, che non hanno ritenuto di dire una parola in ordine allo scempio che si stava perpetrando a danno della città.

martedì 28 ottobre 2008

IL 19 OTTOBRE SI E' TENUTO A MANTOVA IL CONGRASSO SOCI 2008 DI ITALIA NOSTRA

Mantova, 19 ottobre 2008Congresso nazionale di Italia Nostra.IL PRIMATO DELLA TUTELANell’anno in cui si celebrano i sessant’anni della Costituzione (con l’innovativo articolo 9) e ha preso forma definitiva (conclusa la seconda revisione) il Codice dei beni culturali e del paesaggio, Italia Nostra dedica il proprio congresso nazionale a “Il primato della tutela”, per avviare (non certo per esaurire) una necessaria verifica: se e come, da un lato, quel principio fondamentale abbia trovato adeguata attuazione nella produzione legislativa ordinaria (il “Codice” innanzitutto e le altre norme che hanno definito le competenze e regolato l’esercizio della funzione di tutela); e, dall’altro, se nella prassi quel primato (sancito dalla Costituzione e sempre ribadito dalla Corte Costituzionale) sia stato fatto valere e sia osservato nei rapporti con l’esercizio di diverse attribuzioni pubbliche e nel confronto con altri interessi ai quali pur si riconosca pubblica rilevanza.Perché il nostro congresso a Mantova. Prendemmo l’impegno oltre un anno fa quando la giunta di Italia Nostra si convocò in questa città per esprimere il suo sostegno alla Amministrazione comunale e alla Sindaco che avevano con determinazione preso atto di un errore urbanistico del recente passato e avvertivano il dovere di porvi rimedio. Un nuovo insediamento residenziale avrebbe infatti irrimediabilmente alterato il mirabile...

sabato 25 ottobre 2008

ALLA RICERCA DEL THYRUS SCOMPARSO






ALLA RICERCA DEL THYRUS SCOMPARSO
IL SIMBOLO DI TERNI STA CADENDO A PEZZI, ABBANDONATO IN MEZZO A QUELLI CHE UN TEMPO ERANO DEI GIARDINI E CHE OGGI SEMBRANO UNA FORESTA


Numerose segnalazioni di cittadini indignati ci hanno denunciato lo stato pietoso in cui versa la statua del Thyrus (foto A). Il simbolo di Terni, che ritroviamo anche nello stemma della città, il drago, giace dimenticato al centro di quelli che un tempo potevano essere chiamati giardini e che oggi assomigliano più ad una “foresta vergine” (foto B, C, D).
La statua del Thyrus, alla cui base è riportata la famosa incisione “THYRUS ET AMNIS DEDERUNT SIGNA TERAMNIS” tanto celebrata sia dal Lanzi che dal Tocchi, avrebbe bisogno di essere ristrutturata e, ancor più, di trovare una nuova collocazione più confacente ad un reperto di così grande valore simbolico per la città.
Una leggenda vuole che molti secoli fa, nei dintorni di Terni, un orribile essere dall’alito mefitico si aggirasse tra le paludi vicine alle campagne ternane seminando terrore e morte, aggredendo i viandanti, spingendosi addirittura ed un passo dal centro cittadino. Un giorno un giovane della famiglia dei Cittadini, raccolse l’invito lanciato più volte dal Consiglio degli anziani a tutti i cavalieri ed affrontò il Thyrus in una terribile e sanguinosa lotta in cui, il coraggioso ragazzo, ebbe la meglio. Terni era finalmente salva.
Questa leggenda ci mostra il Thyrus come il simbolo della grave e malsana situazione ambientale in cui versava la conca. La presenza di paludi ed acquitrini causava il nascere e diffondersi della malattia. Il Thyrus era la malattia che uccideva esalando dalle proprie fauci un alito fetido e mortale.
Dalla fotografia “E” notiamo che la statua risulta già gravemente danneggiata in vari parti (in modo particolare, il muso e la coda), dalle fotografie “B, C, D” vediamo lo stato di completo abbandono dei giardini di Viale Campofregoso che rendono ormai irraggiungibile il luogo in cui quello che un tempo era il ‘glorioso’ Thyrus è stato abbandonato. Dalla foto E, notiamo addirittura che il tronco di un albero ormai secco sta minacciando l’importante reperto.
Chiediamo, dunque, l’immediato intervento del Comune per trovare un degna collocazione, possibilmente al chiuso, alla statua del Thyrus che dovrà, al più presto, essere anche ristrutturata. Chiediamo, inoltre, la sistemazione dei giardini di Viale Campofregoso oggi inutilizzabili.

sabato 11 ottobre 2008

ETERNIT E NEON ABBANDONATI NELL’EX DEPOSITO ASM













PROTESTE IN VIA BATTISTI PER IL DEGRADO IN CUI VERSA LA STRUTTURA
RESPONSABILITA’ DELLA REGIONE?

Dopo numerose segnalazioni di cittadini preoccupati, siamo andati a controllare la vasta area dell’ex deposito e officina riparazioni dell’ASM nella zona centralissima di Viale Cesare Battisti che risulta essere di proprietà della Regione dell’Umbria.
Questa la situazione:
- il cancello d’ingresso (foto A)non è chiuso né con lucchetto, né con catene, un semplice fil di ferro arrugginito lo tiene accostato permettendo a chiunque, anche ai bambini, di entrare;
- all’interno, decine di cassonetti (foto B) sono stati abbandonati rovesciati a terra;
- in alcuni di questi cassonetti (foto c), centinaia di neon abbandonati;
- ondulati di eternit (foto D) sono lasciati all’aperto;
- nella struttura, ormai fatiscente (foto E,F), è visibile qualche giaciglio approntato alla buona da qualche cittadino extracomunitario;
- piante ed erbacce (foto G e I) crescono spontaneamente dappertutto;

Lo stato di totale degrado è evidente, la struttura è in completo abbandono almeno dal 1999 senza che nessuno si sia mai preoccupato di mettere in sicurezza nemmeno l’ingresso, con grave pericolo per l’incolumità di tutti i residenti, specialmente i più piccoli, che potrebbero entrare facilmente anche per giocare.
In questa situazione, tra la sporcizia, diventa facile immaginare di quanti e quali animali la struttura sia piena. Essendo poi abbastanza nascosta (foto H) è diventata un luogo ideale di attrazione per extracomunitari e delinquenti, arrecando disagi ed alimentando i timori per la sicurezza nella popolazione residente.
Di chi è la responsabilità? Della Regione dell’Umbria, proprietaria dell’area? Dell’ASM che è stata l’ultima ad averla utilizzata? Sarebbe opportuno che l’A.R.P.A. e la Guardia Forestale effettuassero gli opportuni controlli.

sabato 28 giugno 2008

NUOVA CENTRALE AST: NON SI ESCLUDA ITALIA NOSTRA DAL TAVOLO


C’è il rischio che la Conferenza dei Servizi relativa al progetto per la nuova centrale AST all’interno della città si riduca ad una conventio ad excludendum. Chiediamo dunque che Italia Nostra venga ufficialmente invitata a far parte del Tavolo volto a valutare l’impatto ambientale della centrale ma anche l’annunciato ammodernamento dei vecchi impianti.
Ricordiamo che una centrale di potenza analoga -quella Edison della Polymer- produce di per sé circa 300.000 tonnellate di CO2 ogni anno (Fonte: Dichiarazione Ambientale Edison).
Occorre anche considerare che, a fronte di certezze annunciate per anni, sulla vicenda dell’inceneritore A.S.M. di Terni, la Magistratura ha dimostrato che i dati forniti dall’A.S.M. all’A.R.P.A. erano manipolati e forniti da laboratori esterni pagati dalla stessa A.S.M. . Dunque, di fatto, l’A.R.P.A. non ha finora garantito i cittadini ternani, né tanto meno chi, come noi, esprimeva grande preoccupazione sull’opacità dei controlli effettuati.
La stessa situazione sanitaria “allarmante” e il significativo incremento dei tumori denunciati dal prof. Briziarelli appena due giorni fa, impongono una ricognizione assolutamente rigorosa delle problematicità dell’esistente se si vogliono salvaguardare e rafforzare davvero occupazione e salute di famiglie e lavoratori.

giovedì 26 giugno 2008

NUCLEARE A SAN LIBERATO: SEGRETO DI STATO


28 anni dopo i Piani Energetici Nazionali e Regionali che individuò il sito di San Liberato-Nera Montoro come idoneo alla collocazione di un impianto per la produzione di energia nucleare, molteplici indizi e indiscrezioni di stampa rilanciano un simile utilizzo, stavolta in modo ben più concreto.

Italia Nostra rigetta fermamente tale ipotesi che andrebbe a minare in modo irrecuperabile un territorio già segnato in modo pesante da insediamenti industriali sui quali invece occorre continuare a lavorare ai fini del loro consolidamento produttivo ed occupazionale, tenendo però conto dell’assoluta necessità del contenimento delle emissioni.
E’ assurdo che dinanzi a questo sforzo di recupero sul fronte ambientale c’è chi pensi di insediare in Umbria un impianto atomico.

Peraltro con il D.P.C.M. 16 aprile 2008, n.90, le comunità locali corrono il rischio di non sapere nulla su eventuali decisioni di questo genere, avendo il Governo la possibilità di coprire con il Segreto di Stato una parte dell’iter amministrativo necessario a realizzare una centrale atomica. Per evitare possibili nuove proteste come a Scanzano, è stato esteso il Segreto di Stato anche agli “impianti civili per produzione di energia” in nome della tutela della sicurezza nazionale, e non già soltanto alle infrastrutture sensibili di tipo militare.

Le “voci dal sen fuggite” diffuse dalla stampa in questi giorni sono preoccupanti, così come è allarmante il silenzio di ENEL e Governo: eppure, due mesi fa, fonti ENEL hanno parlato di “tre siti al Nord, due al Centro, uno al Sud”. Il rischio di una centrale nucleare nel Ternano-Narnese è serio, soprattutto considerando che i sindaci dei territori che ospitavano i vecchi siti hanno già bloccato qualsiasi ripresa di attività di tipo nucleare.

Le necessità energetiche del bacino industriale Ternano-Narnese vanno risolte con l’inveramento del Patto di Territorio che, nel 2004, registrò il consenso di tutti i protagonisti, dalle associazioni sindacali a quelle industriali alle autorità di governo locale. Il Patto stabiliva un impianto a metano di media potenza al di fuori della Conca Ternana. Il fatto che gli Enti Locali non abbiano rispettato quella previsione sta creando un caos senza precedenti, con una deregulation delle centrali: non solo il progetto di una centrale a turbogas da 100 Mw all’interno dello stabilimento AST –cioè, di fatto, nel centro della città di Terni-, non solo quello della SGL Carbon per un’altra da 50 Mw –sempre nella Conca-, ma, dopo il Segreto di Stato, rischiamo di scoprirne anche una di tipo elettronucleare a San Liberato! Altro che fantasie

mercoledì 18 giugno 2008

LA RISPOSTA DEL COMUNE ALLA NOSTRA SEGNALAZIONE


Scade a fine settembre il periodo transitorio dopo il quale il posizionamento di parabole e condizionatori d’aria su tutti gli edifici del centro storico dovrà adeguarsi alle disposizioni del regolamento edilizio. Lo precisano, anche in risposta alla nota di Italia Nostra diffusa nei giorni scorsi, l’assessorato all’edilizia e gli uffici comunali competenti. E’ dunque evidente che in questo periodo la Vigilanza Edilizia non era chiamata ad elevare verbali in riferimento alla situazione del centro storico. E’ stata invece effettuata un’opera di sensibilizzazione sui contenuti della normativa, anche attraverso lettere inviate alle associazioni di categoria interessate, che sarà intensificata in questi ultimi mesi prima della sua piena entrata in vigore. Inoltre è importante sottolineare che tutti i nuovi edifici e non solo quelli del centro storico, già dal 2005, possono installare solo ed esclusivamente impianti condominiali.L’articolo 12 ter del Regolamento Edilizio così come approvato dal consiglio comunale il 13 luglio 2005 e quindi pubblicato sul BUR dell’Umbria il 7 settembre del 2005 chiarisce che “è vietata (nel centro storico) l’installazione e/o il posizionamento di parabole, impianti satellitari, impianti di condizionamento e climatizzazione. La realizzazione di questi apparati, si legge ancora nel regolamento è ammessa esclusivamente se gli stessi vengono posizionati sul tetto o sul piano di copertura degli edifici. In particolare: “le parabole devono essere centralizzate e di colore tale da arrecare il minimo contrasto con il colore delle coperture, gli impianti di condizionamento devono essere collocati nel punto di minor impatto visivo”.Il Comune ha dunque da tempo condiviso le preoccupazioni espresse da Italia Nostra per il decoro e l’immagine del centro; considerando però la situazione ha anche previsto un periodo transitorio di 36 mesi durante il quale i proprietari o i possessori degli impianti possono mettersi in regola. A partire da ottobre a coloro che non si fossero ancora adeguati saranno elevate sanzioni da 1.000 a 5.000 euro.

Ufficio Stampa del Comune di Terni

martedì 17 giugno 2008

BASTA CON LA SELVA DI ANTENNE, PARABOLE E CONDIZIONATORI: IL CENTRO STORICO DI TERNI VA SALVAGUARDATO


Il centro storico di Terni, bombardato ripetutamente durante l’ultima guerra, è riuscito, nonostante tutto, a mantenere una sua fisionomia che lo caratterizza gradevolmente. I quartieri Clai, Fabbri e Duomo, nonostante ristrutturazioni talvolta pesanti, mantengono ancora intatti edifici di pregio. E si animano di piccoli ristoranti, pub, manifestazioni artistiche interessanti.
Italia Nostra lancia un appello innanzitutto all’Amministrazione Comunale affinché il regolamento edilizio venga fatto rispettare nella parte che prevedeva un triennio di moratoria, ormai scaduto per chiedere a tutti l’eliminazione di parabole, antenne e condizionatori dai prospetti degli edifici storici.
Purtroppo in questi tre anni la situazione non solo non è migliorata ma è decisamente peggiorata. Il divieto non è stato né osservato, né fatto osservare: ognuno fa ciò che gli pare.
Chiediamo a tutti i cittadini e, in particolare, a quelli più sensibili: si può andare avanti così?
Peraltro oggi la tecnologia consente soluzioni che possono benissimo contemperare la funzionalità con il decoro, basta volerlo.
Chiediamo all’assessore all’Edilizia, se ha occhi per vedere e vuol farlo, quanti verbali siano stati elevati in tre anni dal nucleo di controllo. I condizionatori stanno spuntando come funghi, uno spettacolo non proprio esaltante.
Si stanzino risorse perché i privati –in un periodo di ristrettezze come questo- possano intervenire senza ulteriori aggravi per i bilanci familiari. Occorre muoversi per cambiare in fretta una situazione di crescente impresentabilità urbanistico-architettonica

domenica 15 giugno 2008

LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL: L' INTERVENTO DI ITALIA NOSTRA AL CONVEGNO ORGANIZZATO DAL VESCOVO


PREAMBOLO:
Buonasera a tutti, sono Daniele Pica, presidente della sezione di Terni di Italia Nostra. Ringrazio innanzitutto Mons. Paglia per aver organizzato questo momento di riflessione collettiva dando voce a tutte le forze attive di questa città, che sta vivendo da troppi anni una crisi paralizzante. Il campo d’azione di Italia Nostra è quello della salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio culturale, fronti sui quali le cose nella nostra città vanno peggiorando in maniera irreversibile da troppi anni.

LA SITUAZIONE AMBIENTALE:
La situazione ambientale è sotto gli occhi di tutti:
1) viviamo in un territorio in cui insistono: un polo siderurgico tra i più grandi in Europa, tre inceneritori, diverse industrie chimiche ed un impianto a metano da 100MW dell’Edison; tutto questo in una conca dove l’aria è stagnante e vivono oltre 110 mila persone
2) L’aria è irrespirabile, misteriosi odori notturni infestano le vie del centro, ci sono amministratori indagati per disastro ambientale, mentre operai che hanno lavorato all’inceneritore muoiono a 50 anni di tumore ai polmoni, patologia che si va diffondendo in maniera preoccupante in città, infine, zone come Pisciano vivono sommerse dalle polveri causate dalle scorie di lavorazione dell’Ast che dovrà risarcire 6 famiglie del posto con 136 mila euro.
3) Tutto questo avviene in una città in cui gli amministratori hanno acconsentito a far bruciare a Terni rifiuti provenienti da tutta Italia e dove non avvengono con la dovuta sistematicità i controlli sui camini industriali.

LA SITUAZIONE CULTURALE:
Nemmeno sul fronte della salvaguardia del patrimonio storico cittadino le cose vanno meglio:
1) Edifici antichi come Palazzo Carrara giacciono nel totale abbandono, lo stesso dicasi per le antiche mura cittadine, le torri medievali come quella di Vico Possenti, ridotta a discarica e la preziosa Rocca dell’Albornoz a Piediluco, che non solo versa in condizioni pietose, ma è addirittura mancante di un’adeguata strada d’accesso.
2) Tutto questo avviene mentre si bruciano 40 mila euro dai fondi di riserva comunali, per finanziare una mostra a Pechino sui cambiamenti della città cinese.

LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL:
La principale causa di questo declino che si sta trasformando in deriva, non la ravvisiamo soltanto in una classe dirigente inadeguata, ma anche nella mancanza di una visione condivisa di che cosa sia il progresso per la nostra città. Con il metro del progresso, infatti, non possiamo misurare soltanto la capacità di una società di produrre beni, ma anche la sua evoluzione verso una qualità della vita migliore. A tal fine, l’unica strada per uscire dal tunnel è quella di coniugare lo sviluppo economico con la conservazione del patrimonio ambientale e storico.

2 CONTRIBUTI PER UN’AGENDA CONDIVISA:
Anche Italia Nostra, vuole dare il suo contributo per un’agenda condivisa, segnalando due punti sui quali focalizzare l’attenzione:
1) RISOLVERE LA QUESTIONE ENERGETICA IN MANIERA “SOSTENIBILE”: Non attraverso la costruzione di una centrale da 100 MW sul territorio comunale fortemente antropizzato ed oberato dalle emissioni di industrie ed inceneritori, ma ripartendo dalle soluzioni trovate con il patto di territorio ed impegnandoci tutti a (politici, imprenditori ed associazioni) a “fare sistema” per far tornare nel 2010 la centrale di Galleto nelle mani dell’Ast
2) UN PIANO DI INVESTIMENTI PER LA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO STORICO CITTADINO: Che parta dalla ristrutturazione degli edifici storici e si evolva verso una loro destinazione d’uso consona alla storia che rappresentano, al fine di renderli fruibili per manifestazioni culturali di alto livello, che siano attrattive per i flussi turistici che solo sporadicamente lambiscono il nostro territorio.

Per quanto riguarda le cose da lasciarci alle spalle chiediamo una sola cosa: che si smetta di pensare che lo sviluppo della nostra città sia indipendente dalla salute dei cittadini.

giovedì 12 giugno 2008

NUOVA CENTRALE FUORI DALLA CONCA : LEGAMBIENTE E’ CORRESPONSABILE DELLA CRISI ENERGETICA


La nostra storia non consente lezioni da Associazioni politicizzate come Legambiente. Chi ha deciso di mettersi al servizio di un partito, abbia il coraggio di dirlo chiaramente, senza ambiguità.
Italia Nostra respinge la paternale del presidente locale di Legambiente, Andrea Liberati, il quale, attraverso una serie di sofismi, finisce per sostenere la costruzione della nuova centrale AST (ma come si farà poi a negare anche l’altra alla SGL Carbon, per la gioia dei polmoni dei narnesi?) proprio nella Conca Ternana laddove vivono 140.000 persone e l’aria è ferma, anziché in un’area esterna vocata industrialmente e poco antropizzata.
Legambiente, pilatescamente, porta acqua al mulino di chi preferisce lavarsi le mani di tale situazione. Ma, al contrario, l’aria della Conca, dopo i tre inceneritori su cui non si ricordano battaglie campali di Legambiente, va alleggerita almeno di una parte dei milioni di tonnellate di CO2 che escono dai tantissimi camini (che l’ARPA controlla ogni 30 anni!) e che ristagnano unitamente agli inquinanti ancor più pericolosi.
Sarebbe limitante definire Italia Nostra un’associazione ambientalista. Il nostro compito non si esaurisce nel salvare dall’abbandono e dal degrado monumenti antichi, bellezze naturali o opere dell'ingegno; Italia Nostra persegue un nuovo modello di sviluppo sostenibile, capace di fornire risposte in termini di qualità del vivere non disgiunto dalla promozione dello sviluppo e dell’occupazione.
Chi, come Andrea Liberati, attacca le altre associazioni e spacca il fronte, si accomodi ma spieghi anche dove militano l’ex Presidente nazionale di Legambiente e l’ex Direttore Generale. E spieghi anche di quali contributi pubblici si vale Legambiente a tutti i livelli. Italia Nostra non prende e non prenderà un euro da nessuno!
Non per nulla, grazie alle classifiche di Legambiente, il sindaco di Terni, già Attila d’Oro WWF, si è vantato del fatto che Terni godrebbe un’aria più salubre di quella di Rimini!
I nostri rallegramenti per l’affidabilità e la serietà delle diagnosi: anziché andare sulla riviera romagnola, sarà Andrea Liberati ad ospitare i riminesi nel triangolo delle Bermuda (ASM-Printer-Terni Ena)!

domenica 8 giugno 2008

PROBLEMA ENERGETICO AST: TERNI HA GIA’ DATO


Dopo anni di profitti importanti per Thyssen-Krupp, realizzati grazie all’esplosione della domanda di acciaio inossidabile in Europa, è arrivata una congiuntura economica negativa, con l’aumento esponenziale dei prezzi del rottame e del cromo, che in un paese come l’Italia, gravato da un costo dell’energia più alto del 50% rispetto al resto del Continente, colpisce in maniera pesante la fabbrica di Viale Brin. Con queste premesse è facile paventare la chiusura di alcuni impianti, con l’incubo di tornare ai giorni bui della vertenza sul magnetico.
E’ trascorso quasi un lustro dalla crisi del 2004, ma per la politica è come se non fosse passato nemmeno un giorno: la classe dirigente locale nulla ha fatto per evitare il ripetersi di quella crisi, nella convinzione che l’AST potesse rifornirsi sul mercato estero, come ha sostenuto, sbagliando, il sindaco di Terni anche recentemente.
Oggi che la Commissione Europea pone seriamente in discussione il perpetuarsi di presunti “aiuti di Stato” all’AST e ad altre aziende del bacino industriale locale, è evidente che il problema energia deve essere risolto in maniera definitiva, salvaguardando competitività del territorio e salute dei cittadini. Questo è il vero nocciolo del problema: una matassa all’apparenza inestricabile che ha condotto la classe politica regionale e locale ad una guerra per stabilire se realizzare una centrale a turbogas sul territorio del comune di Terni o su quello di Narni.
Mentre su Treie di Narni, territorio poco antropizzato, esistevano accordi sottoscritti da tutti gli attori istituzionali, oggi si è tornati indietro e si vorrebbe insediare la centrale nell’area densamente abitata di Terni che, oltretutto, già ospita un impianto a metano di pari potenza rispetto a quella ipotizzata (Edison, 100 Mw), tre termovalorizzatori per quasi 20 Mw, nonché industrie chimiche e la stessa Ast: scegliere di installare nella Conca una nuova centrale da 100 Mw sarebbe una decisione pesantissima per i delicati equilibri esistenti, visto che, negli ultimi tre anni, le emissioni di CO2 dei soli impianti Terni En.A. ed Edison hanno sfiorato 1.500.000 di tonnellate. Terni ha già dato: e chi perde la salute non può nemmeno lavorare.
Prima di autorizzare un solo megawatt in più nella Conca, Provincia e Regione stabiliscano la fonte dei misteriosi odori notturni che appestano la città di Terni; provvedano ad effettuare controlli sistematici ai camini, un fatto che, in quell’Europa spesso citata a sproposito, è da tempo realtà. Si inizi da qui, senza dimenticare che il disastro ambientale cagionato nel triangolo delle Bermude locale -il polo di incenerimento di Maratta- non è sicuramente piovuto dal cielo.

lunedì 5 maggio 2008

Lettera aperta alla città

DIAMO UNA SCOSSA ALLA NOSTRA CITTA’

Care amiche e cari amici,

Negli ultimi due anni, a causa di crescenti difficoltà organizzative e finanziarie, l’attività della sezione ha perso l’incisività che l’aveva caratterizzata nel corso della sua storia. Per dare nuova forza ed energia all’azione di Italia Nostra a Terni, io ed un gruppo di amici abbiamo deciso di prendere in mano le redini dell’associazione, con l’ambizioso obbiettivo di farla risorgere.
La nostra azione sarà imperniata su due fronti: la salvaguardia dell’ambiente e la tutela del patrimonio culturale ed artistico della nostra città. Campi d’azione legati tra loro in maniera indissolubile, perché entrambi sono il risultato del progresso di una popolazione. Con il metro del progresso, non possiamo misurare soltanto la capacità di una società di produrre beni, ma anche la sua evoluzione verso una qualità della vita migliore. I ternani di domani, non ricorderanno la nostra generazione soltanto per la quantità di acciaio che avremo prodotto, ma anche per l’aria che faremo loro respirare, per la qualità dei parchi in cui potranno camminare, per le condizioni dei fiumi da cui attingeranno l’acqua da bere e per lo stato di conservazione dei monumenti che ci hanno lasciato i nostri antenati. Se ammorberemo l’atmosfera con i fumi dei nostri inceneritori, se lasceremo i giardini come Cardeto in uno stato di avvilente abbandono, se trasformeremo il Nera in una fogna a cielo aperto e ridurremo edifici antichi come Palazzo Carrara al rango di discariche, verremo giudicati come una generazione fallita. Eppure, Terni sembra addormentata, non si rende conto della bellezza che perde ogni giorno. Per questo noi crediamo che sia l’ora di dare una scossa alla nostra città, di costringerla a rendersi conto che l’unica strada per il progresso è quella di coniugare lo sviluppo economico con la conservazione del patrimonio ambientale e storico. Noi siamo qui per lanciare una sfida a tutti i ternani: vogliamo fare in modo che i nostri figli un giorno possano essere orgogliosi di vivere a Terni.
Per vincere questa sfida, abbiamo bisogno di tutto il vostro aiuto, di tutte le vostre idee e di tutte le vostre competenze. La filosofia d’azione che ispirerà la nuova Italia Nostra sarà fondata sull’apertura al contributo di tutti gli iscritti, per fare questo tutte le nostre riunioni saranno aperte alla partecipazione dei soci, inoltre, attraverso il blog tutti potranno conoscere le nostre attività, lasciare i loro suggerimenti e denunciare situazioni di degrado presenti in città, noi ci impegniamo a rispondervi subito!

UNISCITI A NOI, TUTTI INSIEME POSSIAMO RENDERE TERNI UN POSTO MIGLIORE

venerdì 2 maggio 2008

Le nostre proposte per migliorare il piano di raccolta differenziata


Gentilissimo Ing. Tirinzi,

in merito al piano di raccolta differenziata presentato dall’Asm e dal Comune di Terni alle associazioni nell’incontro del 10 aprile, Italia Nostra condivide appieno le finalità del progetto messo in campo, anche se ritiene che sarebbe stato opportuno utilizzare un approccio più prudente nella fase di programmazione. Questo perché il passaggio dalla raccolta stradale dei rifiuti alla raccolta porta a porta presuppone un cambiamento radicale nella cultura dei cittadini, che necessita di tempo per essere assimilato; perciò avremmo preferito che almeno la campagna d’informazione fosse partita diversi mesi fa e che ad essa seguisse una sperimentazione su scala ridotta (così hanno fatto ad Asti ed in altre città). Comunque, ci auguriamo che vengano rispettati tutti i punti del crono-programma nei tempi stabiliti, altrimenti si andrebbe incontro a risultati disastrosi, che ricadrebbere sulle spalle (e sulle tasche) dei cittadini.
Perciò, riteniamo condizione imprescindibile, per dare il nostro contributo alla riuscita del progetto, che Italia Nostra possa controllare da vicino l’attuazione del programma, vigilando sul raggiungimento degli obbiettivi e sul rispetto degli impegni presi da parte di tutti i soggetti in campo. A tale scopo, riteniamo necessaria la costituzione di un comitato delle associazioni, che venga costantemente informato sull’evoluzione del piano di raccolta differenziata e consultato su eventuali variazioni al progetto originario, che dovessero rendersi necessarie in corso d’opera.
Allo stato attuale, al fine di contribuire al miglioramento del progetto, possiamo suggerirvi quattro proposte:

1) RIDURRE I RIFIUTI ALLA FONTE: è la strategia migliore per diminuire il quantitativo di rifiuti da mandare in discarica. A tale scopo, sarebbe anzitutto necessario stipulare un accordo con la grande distribuzione e le associazioni dei commercianti, finalizzato a: limitare l’uso di imballi per i prodotti non riciclabili, favorire il riutilizzo dei “vuoti” (incentivando la resa e l’utilizzo di distributori automatici di detersivi, shampoo, ecc.) e sostituire le buste della spesa in polietieline con altre in materiale biodegradabile. Parallelamente, si dovrebbe avviare una campagna di informazione verso i consumatori, volta a spiegare loro come effettuare una spesa sostenibile per l’ambiente, promuovendo comportamenti che producano il minor quantitativo possibile di rifiuti.
2) DIALOGO CONTINUO CON I CITTADINI: per riuscire a realizzare questa “rivoluzione culturale” nelle abitudini dei ternani, sarà necessario un dialogo continuo tra Asm ed utenti. A tal fine sarà opportuno creare degli “eco-sportelli” (sul modello di quelli attivati dal Consorzio Priula nel trevigiano), ossia dei front-office territoriali collegati tra loro e con la sede centrale, attraverso i quali gli utenti possano attivare i servizi, chiedere chiarimenti, ritirare contenitori e sacchetti.
3) ADOZIONE DEL PRINCIPIO DEL “CHI INQUINA PAGA”: quando la raccolta differenziata sarà entrata nella sfera delle abitudini dei cittadini, non saranno necessari grandi stimoli o richiami morali, ma finché il nuovo sistema non sarà entrato nella sfera delle abitudini degli utenti, sarà opportuno mettere in atto una strategia volta a premiare i comportamenti virtuosi ed a sanzionare quelli scorretti. La leva principale in mano all’Asm è quella della TIA, che dovrà essere applicata a ciascun utente secondo il principio del “chi inquina paga”: basta suddividere la tariffa in una quota fissa (da far pagare a tutte le famiglie) ed in una variabile, calcolata moltiplicando il numero degli svuotamenti del contenitore del secco non riciclabile per il costo del singolo svuotamento rilevato tramite il transponder. Ulteriori sconti sulla tariffa, si dovrebbero concedere alle famiglie che decidono di attuare il compostaggio domestico che ha la funzione di riduzione del rifiuto alla fonte. Infine, sarà opportuno sanzionare i comportamenti degli utenti scorretti, soprattutto nel primo anno di attuazione del programma, quando soltanto tre circoscrizioni saranno interessate al nuovo sistema: a tale scopo si potrebbe introdurre la figura dell’eco-vigile, come deterrente per gli utenti delle circoscrizioni interessate da quest’anno, che tenteranno di gettare i rifiuti nei cassonetti stradali delle altre.
4) CONTRASTARE L’ABUSIVISMO EDILIZIO: effetto collaterale del passaggio dalla raccolta dei rifiuti stradale a quella porta a porta è l’accresciuta capacità di controllare il territorio per il Comune. Questo vantaggio, potrebbe essere sfruttato anche per rilevare eventuali abusi edilizi sul territorio comunale, a tale scopo si potrebbe utilizzare il sistema informativo territoriale per la mappatura gli utenti.

In attesa di essere convocati per il prossimo incontro con le associazioni, siamo a sua disposizione per eventuali domande o chiarimenti.

Cordiali saluti,


Dott. Daniele Pica
(Presidente Italia Nostra sez. Terni)

domenica 20 aprile 2008

Incontro sul nuovo piano di raccolta differenziata comunale

Il 10 aprile, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste di Terni sono stati invitati dall’assessore all’ambiente Gianfranco Salvati nella sede dell’ASM, per un incontro preliminare finalizzato ad analizzare le linee guida del nuovo progetto di raccolta differenziata del comune.
l’ASM ha deciso di passare da un sistema di raccolta dei rifiuti stradale, con il quale si è raggiunto una percentuale di raccolta differenziata pari al 29%, ad un sistema di raccolta domiciliare e personalizzato sulle diverse esigenze degli utenti ternani.Per raggiungere questo obbiettivo ambizioso entro 2 anni, l’ASM ha previsto di saltare la fase della “sperimentazione” del sistema su aree limitate del territorio, per passare subito all’applicazione su vasta scala entro ottobre di quest’anno, quando i cassonetti per la raccolta dei rifiuti saranno tolti dalle strade della IV, dell’VIII e della III circoscrizione (più di 40 mila abitanti); il resto del territorio comunale verrà interessato nel 2009. In sostituzione dei cassonetti stradali, ogni utenza avrà a disposizione dei contenitori per la raccolta differenziata, che dovranno essere collocati a bordo strada i giorni prefissati per la raccolta, ad essi si affiancheranno contenitori per la raccolta indifferenziata (secco residuo), dotati di un “transponder”. Per quanto riguarda la dimensione dei contenitori e la frequenza della raccolta per le varie tipologie di utenze, sono state assunte dodici persone che si occuperanno della raccolta informazioni sul territorio delle tre circoscrizioni interessate, poi verrà avviata una campagna informativa “porta a porta”, nelle scuole e nei fabbricati, alla quale parteciperanno (in forma ancora da definire) anche le associazioni. Infine, verranno consegnati dei “kit” di materiali necessari al servizio.

giovedì 17 aprile 2008

Cambio della guardia

Italia Nostra: Daniele Pica è il nuovo presidente
Succede a Emilio Quadrani
Daniele Pica, 26 anni, è il nuovo presidente di Italia Nostra di Terni. E' stato eletto dal nuovo direttivo provinciale, formato da persone la cui età media è di soli 30 anni. Succede all' avvocato Emilio Quadrani che ha ricoperto questo incarico per sette anni. Vicepresidenti sono stati nominati il geologo Pierfranco De Laurentiis e l'agronomo Roberto Proietti, mentre l' architetto Flavia Iommi è stata nominata tesoriere e Marinella Targhini segretaria. L' Associazione annuncia sin d'ora una serie di iniziative pubbliche, dirette a sensibilizzare la pubblica opinione sulla necessita' di salvaguardare il patrimonio artistico, storico e naturale della citta. Italia Nostra punta al massimo coinvolgimento della popolazione per la massimavalorizzazione dei nostri tanti gioielli così da offrire risposte serie non solo in termini di qualita' della vita ma anche sul fronte occupazionale e lavorativo.

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